domenica 17 agosto 2014

Fenotipi ferragostani

Data cruciale nel calendario degli italiani, arriva puntuale il Ferragosto, giorno in cui tutti, ma proprio tutti si presentano in spiaggia per una giornata di ferie al sole.
Ecco una carrellata delle principali tipologie di personaggi in cui ci si può imbattere sui litorali dello stivale.

La famiglia bucolica
Si presentano in spiaggia come una vera e propria armata alla guerra, munita di qualsiasi oggetto utensile, dalla chiave inglese del dodici al parastinchi da rugby.
La famiglia bucolica si sposta solo una volta all’anno, senza alcuna eccezione.
Proviene da un paese neanche tanto lontano dalla spiaggia prescelta, ma la poca attitudine alla trasferta rende la giornata un vero e proprio evento.
Si registra il singolare caso di Rocca Frafrugna borgo di un centinaio di anime, popolato principalmente da due grandi famiglie che si danno il turno per non lasciare il paese interamente deserto: negli anni pari una delle due va in massa al mare a Ferragosto e l’altra alla fiera campionaria della città più vicina, negli anni dispari il contrario.
La famiglia bucolica si dispone su un’area pari a due campi da tennis, talvolta recintata per l’occasione sin dalle sei del mattino, orario d’arrivo in carovana di auto e furgoni vari, pianta non meno di 45 ombrelloni e porta da mangiare quantità di cibo sufficienti a sfamare per un mese tutta la spiaggia.
Si suggerisce al passante occasionale di tenersi a distanza nel fatidico momento dell’apertura del contenitore del pranzo: un bauletto capace di contenere dieci chili di vivande in cui nonna Obonga, con l’aiuto del maniscalco del paese, ha stipato quattro quintali del suo tipico piatto estivo, gli involtini di cinghiale fritto ripieni di maiale.

La mandria di elefanti
Si trovano in piccoli gruppi ma non è impossibile osservarli anche da soli.
Trattasi di esemplari di uomini o donne discendenti di una razza caucasica incrociatasi ere fa con il mammut; rassomigliano ad una pila informe di ciambelle di grassi idrogenati sovrapposte una all’altra.
Indossano speciali costumi ricavati dello stesso materiale usato per le vele dei catamarani da regata e passano la giornata immobili sotto ampissimi ombrelloni, largamente adagiati su sedie rinforzate al titanio.
Il come vengano posizionati in spiaggia resta ad oggi un mistero assoluto per gli scienziati, che li paragonano alle pietre dell’isola di Pasqua.
Fanno raramente il bagno per non incorrere in problemi con la giustizia oltre che per evidenti problemi logistici nei casi in cui la spiaggia non presenti un considerevole declivio fino al bagnasciuga.
L’anno scorso Obonga Blobbi è stata fermata per essere uscita dall’acqua con due astici dorati dalla coda sparuta, una specie protetta, incastrati tra le pieghe del grasso sotto le ascelle.
Gli astici sono stati liberati dopo interminabili sofferenze quando uno dei guardiacoste ha sventolato un enorme panino con la porchetta di fronte alla Blobbi la quale ha finalmente alzato le braccia nel tentativo di afferrarlo, offrendo così uno spiraglio sufficiente ad estrarre le bestiole, stremate, ma ancora vive.
La mandria di elefanti è talvolta un sottoinsieme della famiglia bucolica.

Il sirenetto poliedrico
Conosciuto anche come “tronista monoprofilo”, costui è vanità pura condensata nel corpo di un uomo.
Passa perlomeno dieci ore al giorno ad arrostirsi al sole in un micro costumino griffato, il cui design esclusivo elaborato da ingegneri giapponesi e testato in speciali gallerie del vento, estremizza i contenuti virili con effetto moltiplicazione dei pani e soprattutto del pesce.
Depilatissimo e dotato di sopracciglia disegnate con il fotoritocco, il sirenetto raggiunge in pochi giorni colorazioni variabili fra il mogano bruciato ed il nero disperazione, nonostante l’eccessiva quantità di creme e lozioni con le quali si lubrifica il corpo in continuazione, sembrando un’oloturia sgusciata fuori da un bottiglione di olio.
Questa sua estrema attitudine all’abbronzatura rende talvolta poco efficace il crogiuolo di tatuaggi strategici che arredano la sua epidermide come una mappa geografica; dal tribalone sulla spalla, al tribalino sulla caviglia, al pensierino da terza elementare estratto da una canzone stampato in corsivo sulla schiena.
La sua poliedricità deriva dalla capacità di assumere sempre la posizione in cui si reputa più sexy indipendentemente da qualsiasi posizione stia effettivamente assumendo: un po’ come un poliedro regolare che non cambia forma da qualsiasi prospettiva lo si osservi.
Esiste anche nella varietà “sirenetto lasso”, laddove per svariati motivi abbia saltato l’anno in palestra o la dieta ferrea in vista della prova costume, ma indefesso si ostini a mostrarsi in tutta la sua poliedricità prendendo le sembianze di un grosso wurstel bollito con disegnini sopra.
Non ci soffermeremo in questa sede sulla sua controparte femminile, la baldracca salmastra.

L’insofferente
Anche detto PSC (Pustole Sul Culo).
Costui è refrattario al mare e alla spiaggia in quanto tali e non concepisce l’idea di stare seduto anche per pochi istanti sull’asciugamano a prendere un po’ di sole (da cui l’epiteto).
L’insofferente arriva in spiaggia e già non vede l’ora di andarsene, perché diciamocelo, in spiaggia c’è la sabbia che al contrario del cemento, delle piastrelle e del parquet è una superficie insidiosa, piena di buche, sporca di alghe e, quand’anche pulita, fastidiosa poiché si infila e si appiccica ovunque.
In acqua poi ci sono le meduse e fa troppo caldo e se passano due nuvole fa troppo freddo e comunque vada l’acqua è sempre gelida.
I vicini di ombrellone sono tutti una massa di zotici infami che andrebbero sterminati per il bene dell’umanità.
Visto che però in spiaggia dovrà restarci, poiché la moglie/fidanzata/figlia ce l’ha portato, cerca di organizzarsi alla meno peggio per sopravvivere durante la permanenza.
Si attrezza quindi con libri, parole crociate, telefono con connessione ad Internet, pedalò (insofferente sedentario), con biglie, secchiello, formine, palette (insofferente infante), palle, racchettoni, bocce, aquiloni, frisbee (insofferente sportivo) e financo muta da sub, tavola da surf, motoscafo per lo sci d’acqua, moto d’acqua (insofferente estremo).
Il PSC rimpiange a voce alta quei momenti in cui, seduto in ufficio con l’aria condizionata, faceva progetti per le ferie di Ferragosto.



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