martedì 24 luglio 2007

L'elfo Gu

Dopo le esilaranti avventure del folletto Frittata, un altro simpatico personaggio e' giunto ad allietare le vostre letture su Obongo Forever.

Nel medioevo in Toscana viveva l'elfo Gu.
Personaggio contoverso, veniva apostrofato dai piu' come "Gu, elfo!", mentre altri, forse per il suo aspetto accattivante, solevano dirgli inteneriti: "Ghi bellino!"
Grande amante dei proverbi, l'elfo Gu era un tipo patologicamente smemorato e distratto; la sua situazione, pero', non lo preoccupava piu' di tanto, poiche' lui si dimenticava di esserlo.

Il suo vero nome era in realta' Gianberengario da Forlimpetacchia Inferiore sull'Arno, ma ogni volta che cercava di ricordarselo, l'unico monosillabo che gli usciva dalla bocca, accompagnato da un'aria di beata demenza, era sempre e solo "gu".
Certo la distrazione gli aveva provocato qua e la' qualche guaio.
Come quella volta che doveva portare il cane a fare pipi' per poi recarsi ad un incontro galante con la fidanzata. Non appena arrivati in prossimita' di un tronco, la fidanzata lo lascio', appunto in tronco, mentre il cane da quel giorno smise di abbaiare.
"Morto un Papa, impara a zoppicare" era stato il suo commento stizzito.

Un'altra volta aveva rischiato grosso recandosi alla partita di Pallamaschia. Si giocava il derby tra i Bischeroni di Firenze ed i Grullacci di Prato. Gu, tifoso dei Bischeroni, era uscito di casa terrorizzato dall'idea di sbagliare fazione e finire tra gli ultras dei Grullacci.
Fortunatamente non sbaglio' fazione, ma solamente strada, recandosi al cimitero comunale giusto in tempo per il funerale della contessa Fucecchi-Arcangeli.
"Non tutto il male e' sempre piu' verde", aveva sentenziato fatalista.

Gu si scordava continuamente qualcosa: le chiavi di casa, il numero di telefono, il pin del bancomat, la password per entrare in rete ed anche se molte di queste cose in quell'epoca non esistevano, lui era talmente distratto da averle gia' scordate.
Una volta si scordo' anche il pianoforte; risolse il problema chiamando l'accordatore.
"Il diavolo fa le pentole che ci lascia lo zampino" era solito esclamare.

A causa della sua memoria ballerina i ricordi gli sfuggivano in punta di piedi e soleva finire nelle mire di avventori maleintenzionati che gli chiedevano di saldare debiti inesistenti.
Per ovviare a tale probelma, Gu aveva pensato di rivolgersi al contabile olandese Hecksell in cerca di aiuto. Costui aveva riportato in maniera precisa su di un grande pezzo di carta tutti i debiti ed i crediti dell'elfo.
"Verba volant, carpe diem!", esclamo' Gu soddisfatto per il buon lavoro del contabile.

Quando Mastro Arraffa si fece avanti con la pretesa di riscuotere una somma di denaro, l'elfo Gu penso' di aprire il foglio per controllare. Il foglio precedentemente ripiegato in maniera misteriosa non volle pero' saperne di aprirsi e l'unica cosa che Gu pote' fare fu leggere la scritta sul retro del medesimo: "Si e' verificato un errore nell'apertura del foglio, contattare il servizio clienti".
Non avendo ben chiaro cosa fosse il servizio clienti, pago' Mastro Arraffa e mentre bestemmiava in aretino stretto, Gu penso' che sarebbe stato il solo in tutta la storia dell'umanita' cosi' scemo da usare un foglio di Hecksell.
Non avendo risolto il suo problema Gu cerco' nuovamente di capire come tutelarsi una volta per tutte da personaggi truffaldini quali mastro Arraffa.
Penso' dunque: "chi e' causa del suo mal, scagli la prima pietra!" e gli venne in mente una brillante idea.
Si vesti ed usci' di casa, recandosi dritto dal contabile Hecksell, che lo accolse benevolo, chiedendo cosa potesse fare per lui.

giovedì 12 luglio 2007

Intercettazioni e dintorni

In esclusiva per i lettori di Obongo Forever gli ultimi casi di cronaca legati ad intercettazioni telefoniche, controverso e potente strumento nelle mani della giustizia italiana.

Scandalo ad Otranto, dove la signora Mimma Roversi e' stata inchiodata da una telefonata nella quale confessava senza nessuna remora alla cugina di avere volontariamente oltraggiato con la scritta "Putana" la cassetta delle lettere della sua vicina di casa della quale da tempo non condivideva lo stile di vita ritenuto troppo libertino.
La Roversi e' stata processata per direttissima e condannata a due mesi con la condizionale, al pagamento dei danni morali ed inserita in un programma di rieducazione grammaticale.

Simile sorte e' toccata al giovanissimo Filippo Cippetta.
Il tredicenne di Catanzaro e' stato incriminato a seguito di una conversazione intercettata nella quale riferiva al compagno di banco Ernesto Colasanti di avere scaricato da un sito internet per adulti ben 35 film con protagonsita la pornostar Bella DiBocca.
Alle pressanti richieste del Colasanti di poterli vedere, il Cippetta non ha esitato un attimo ad offrire il materiale in questione, peraltro coperto da copyright, al prezzo di due barrette di cioccolato ed un sacchetto di patatine.
Il caso e' al vaglio del tribunale dei minori e degli investigatori che stanno da mesi analizzando accuratamente i dvd sequestrati all'indagato, al quale e' stata inflitta una pena detentiva in camera sua da parte dei genitori.

Sconcerto pure a Vercelli dove grazie alle intercettazioni sul cellulare di Arnaldo Pezza e' stata sgominata una vera e propria associazione a delinquere.
Il Pezza e' stato intercettato mentre organizzava il solito incontro di poker del giovedi' al circolo degli Alpini con i suoi amici pensionati.
Finiti nella rete degli investigatori, gli arzilli scommettitori sono stati tutti catturati durante la partita clandestina. Sequestrate anche le somme di danaro giocate dalla combriccola per un totale di 12 euro e 47 centesimi.
Possibile una denuncia per riciclaggio di denaro sporco per Ernesto Coppi, il membro della banda che si occupava di comperare le birre per tutti: il Coppi sfruttando la conoscenza con il suo cugino Manlio riusciva ad ottenere la birra ad un prezzo di favore, facendo la cresta sulla cifra concordata.
Gli investigatori sono al lavoro per sapere dove sia finito il denaro mancante.

Sembrano dunque non finire i casi di nuove intercettazioni telefoniche quando ancora non si e' placata l'eco del caso Viscioloni. Mesi fa furono intercettate svariate centinaia di telefonate con il boss mafioso Pippo "o' carnefice" durante le quali il Ministro Viscioloni aveva fatto esplicita richiesta, tra le altre cose, di una partita di venti chili di cocaina, quattro omicidi ed il rapimento di un bambino.
I piu' attenti hanno gridato allo scandalo quando in coincidenza della fine del processo e' stata varata una nuova legge che tutela le vittime di intercettazioni, proprio nel caso in cui abbiano ordinato un certo quantitativo di droga, di omicidi o rapimenti da parte di un mafioso.
Il Ministro, scagionato dalle accuse e assolto con formula piena, si e' detto soddisfatto della sentenza dichiarando di non avere mai nutrito dubbi sul sistema giudiziario.