venerdì 15 agosto 2014

L’ispettore Naso e il caso per caso

Il terzo episodio della saga dell'ispettore Naso.
Qui trovate il primo episodio e qui il secondo.

L’ispettore Naso si trovava per caso seduto su una p, a bordo piscina, quando con una t, tutto ebbe inizio.
Vide un tale con un messaggio di aiuto tatuato sul torace; un tipo sospetto.
Lo seguì con gli occhi ma senza guardarlo coi piedi.
Il tipo era un enorme blocco di muscoli duri come la pietra: era certamente un massone.
Naso tenne le distanze, che non si mossero.
Lo osservò da sotto molti alberi ma in particolare da l’ontano.
Il tipo stava aspettando qualcuno mentre controllava l’orologio al quarzo; probabilmente un altro massone, poiché si era spostato sotto la loggia.
“M’armo!” pensò Naso “in caso la situazione si faccia tosta”.
“Gné! Gné! Gné!” lo sbeffeggiò infatti la situazione, confermando i sui timori.
Naso controllò la paruota, ma l’altro massone non si trovava nei paraggi.
Prese allora una schioccia, sperando di scovarlo, ma anche questo tentativo fallì.
Improvvisamente arrivarono altri sette tipi, Naso capì che non mancava più nessuno: erano al complotto.
Un treno passò vicino al fiume; dalla sua postazione Naso osservava gli Otto e occasionalmente qualche Karl-Heinz.
Osservando i polsini delle camicie Naso stabilì che si trattava di gemelli “ecco perché sassomigliano così tanto questi massoni”.
Una mosca saltò all’ispettore e lui la schiacciò: "ciak", era il momento dell’azione.
Disegnò un pizzetto sotto la bocca: il travestimento era perfetto.
Si avvicinò quatto quatto; la tattica migliore per arrivare agli otto.
Lasciò molti anticipi sulle caparre ma nonostante le precauzioni, uno dei gemelli esclamò “percepisco la presenza di un acquario”.
Naso balzò fuori dalla vasca dei pesci gridando al complotto: “fermi tutti, non fate mosse false”.
Uno di loro stava per arroccare con un dado e un tre di coppe, ma si fermò per tempo; tempo riuscì quindi a raggiungerlo per tempo, che riuscì a raggiungerlo per tempo, che riuscì a raggiungerlo...
“Chi ha tempo non aspetti tempo” disse furioso il capo dei massoni, prendendo in ostaggio un piccolo monarca e svignandosela verso il primo piano.
La sua fuga in re minore sulle scale si rivelò composta anche se aveva l’aria di essere improvvisata.
Da sotto il pizzetto posticcio scattò il mento e Naso si lanciò all’inseguimento.
Di giudizio, da sarto e anche nomo: il fuggiasco aveva già guadagnato diversi metri quando si fermò esitante, e sì, tante persone lo stavano osservando.
Dopo poco però si era già ricomposto ed era ripartito, anche se sarebbe stato più logico il contrario.
Nasò gli piombò addosso come un fulmine; il massone rimase scosso come poche volt in vita sua.
Una volta stipulata la polizza, il criminale venne finalmente assicurato alla giustizia.

L’ispettore Naso aveva risolto il caso per caso, proprio mentre scorgeva la a al termine di questa storia.

Nessun commento: