domenica 28 giugno 2015

Faccio pulizia

È una bella serata ed Obongo si gode gli ultimi scampoli della domenica primaverile in giardino.
Non può fare a meno di notare il distinto signor De Obonghis che va avanti e indietro tra il caminetto condominiale e la catasta di legna da una mezz’ora buona, continuando a gettare roba nel fuoco.

“Buonasera Signor De Obonghis ha svaligiato una macelleria? Quante bistecche deve arrostire?”
“Buonasera Obongo… No, no, non devo cucinare. Faccio pulizia”
“Pulizia? In che senso?”
“Ormai hanno trasformato questo caminetto in un immondezzaio, guarda qua che disastro!”

Obongo aguzza lo sguardo ma vede solo il consueto ammasso di tronchetti, frasche e ramoscelli secchi: non capisce dove sia il disastro.
Trattandosi di materiale che finisce dentro il fuoco quando il caminetto viene usato per una grigliata la catasta non è molto curata dal punto di vista estetico; nessuno si è mai preoccupato di creare geometrie con la legna, riordinandola secondo criteri new-age o di spruzzarci sopra un goccetto di lavanda profumata per rendere il tutto più gradevole.

“Mi scusi, ma se non ho capito male sta bruciando… La legna?”
“Sì, certo: faccio pulizia. Guarda quanti pezzi, pezzettini… Tutti rotti, tutti lasciati in giro!”
“Anche tutti i legnetti?”
“Soprattutto quelli! Buttati là, alla rinfusa, in disordine: ci penso io, oggi pulisco tutto!”

I legnetti secchi per la cronaca venivano raccolti dai più volenterosi (Obongo incluso) da sotto gli alberi del giardino e messi da parte con cura proprio per la loro qualità di rendere l’accensione del fuoco immediata.
Legnetti che occupavano un posto di prestigio nella pur modesta scala di valore tra i materiali destinati alle fiamme.
Scala che evidentemente sfuggiva alla furia organizzativa di De Obonghis il quale preferiva sterminarli per futili motivi di razzismo vegetale e logistico; erano piccoli brutti e storti e pure piazzati un po’ troppo in là rispetto alla pila allineata dei tronchi ideali, i soli ai quali verrà riservato l’onore di ardere sotto un hamburger e non invano.

Vista l’età di De Obonghis e, percepito lo slancio civile con il quale buttando via chili di ottimo materiale combustibile era convinto di rendere un servizio utile alla comunità, Obongo preferisce allontanarsi in buon ordine.

Una volta tornato a casa, apre la porta della dispensa e nota che c’è un po’ di disordine: buste per fare la spesa ammassate da una parte, confezioni di pasta su ripiani diversi e barattoli di vetro sparsi un po’ ovunque.

Obongo risistema le buste, rimette in ordine la pasta e sceglie un paio di barattoli da buttare; poi un pensiero macabro gli attraversa la mente e si augura, per la sicurezza del condominio intero, che mai e per nessun motivo qualcosa osi trovarsi fuori posto nella dispensa del signor De Obonghis.

Immondizia travestita da legna da ardere

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