Il primo tatuaggio.
Obongo: “Luce”, traduci luce e disegnami l’ideogramma qui sul braccio.
Tatuatore Giapponese: LU-CE. Sclivo luce.
Obongo: Luce, hai capito sì?
TG: Sì, avele capito.
Il secondo tatuaggio.
Obongo: “Aria”, traduci aria e disegnami l’ideogramma, qui sull’altro
braccio.
TG: A-LIA. Sclivo alia.
Obongo: Aria, hai capito sì?
TG: Sì, avele capito.
Il terzo tatuaggio.
Obongo girella per la spiaggia tutto contento il giorno dopo avere
fatto il suo terzo tatuaggio.
Dopo luce e aria un’altra manciata di ideogrammi gli adorna il petto.
Incontra Obango, altro appassionato in materia, in verità più dedito a
tribali e disegnini che a proclami nipponici, e non perde occasione per
sollevare la maglietta e mostrargli il nuovo inchiostro.
“Figo, cosa c’è scritto?”
“El toro loco, il mio soprannome”
“Ma da chi sei andato?”
“Dal solito.”
“E ti sei fidato?”
“Perchè non avrei dovuto?”
“Beh, bravo è bravo, ma già non è che parli benissimo l’Italiano e tu gli vai a chiedere una frase in Spagnolo?”
“Ma va, è il suo lavoro. E poi ha capito benissimo.”
“E come fai a sapere che ha capito?”
“Gli ho chiesto: El toro loco, hai capito, sì?”
“E lui?”
“Ha detto: Sì, avele capito”
“Sarà... Resto della mia idea: a me piacciono i disegni”
“Ma va! Io ho bisogno di esprimermi. La mia pelle deve parlare.”
“E perchè non ci hai scritto “El toro loco” invece degli ideogrammi?”
“Perchè mi piacciono i disegni”
“Perchè non avrei dovuto?”
“Beh, bravo è bravo, ma già non è che parli benissimo l’Italiano e tu gli vai a chiedere una frase in Spagnolo?”
“Ma va, è il suo lavoro. E poi ha capito benissimo.”
“E come fai a sapere che ha capito?”
“Gli ho chiesto: El toro loco, hai capito, sì?”
“E lui?”
“Ha detto: Sì, avele capito”
“Sarà... Resto della mia idea: a me piacciono i disegni”
“Ma va! Io ho bisogno di esprimermi. La mia pelle deve parlare.”
“E perchè non ci hai scritto “El toro loco” invece degli ideogrammi?”
“Perchè mi piacciono i disegni”
Il terzo tatuaggio; reprise.
Lasciato Obango, Obongo riprende il suo giro, quando da lontanto scorge
Obengo in compagnia di una ragazza che non aveva mai visto prima.
Si avvicina.
“Ciao Obengo”
“Ciao Obongo. Ti presento Obohna Ghinawa, una mia amica giapponese qui in
vacanza”“Piacere!”
“PIACELE, IO OBOHNA GHINAWA! COME STA TU?”
“Bene grazie”
“Non parla molto bene l’Italiano, ma sa molte parole, attento a quello
che dici, vecchio mandrillo!”
“MAN-DLI-LO!”
Tutti ridacchiano divertiti, mentre Obohna punta il dito verso il
braccio scoperto di Obongo con gli occhi sgranati.
“LU-CE!”
“Ah, ah, brava! Questo è il mio tatuaggio della luce... l’ho fatto in
un periodo molto buio della mia vita, in cui cercavo la luce...”
“LU-CE, BELLO TALUTAGIO!”
“Sì, tatuaggio. Mi piacciono i tatuaggi... è un modo per...”
Obohna sempre più rapita, punta il dito sull’altro braccio: “A-LIA!”
“Wow, ma sei bravissima. Aria: l’ho fatto in un periodo in cui sentivo
che l’aria è il mio elemento preferito. Mi identifico nell’aria. La mia pelle
nell’aria...”
“A-LIA! TU HAI ALTLO TALUTAGIO?”
“Sì, ne ho uno nuovo...”
“IO VEDO TALUTAGIO?”Obongo solleva la maglietta con un sorriso da playboy: l’accoppiata pettorale scolpito e soprannome taurino sono da sempre la sua migliore arma di seduzione.
“Vedi, questo è il mio soprannome... tutti mi chiamano...”
“MUCCA MASCHIO SCHELZO?”
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