Obongo è una persona distratta con
una pessima memoria.
Il suo cervello è come uno
scolapasta dotato di fori che inesorabilmente si vanno allargando nel tempo.
Una volta ha cercato di spiegare ad
un amico la frustrazione di come ci si senta a dimenticarsi nomi, dettagli,
cose e persone usando una metafora.
Appena aperta bocca però non si
ricordava più cosa fosse una metafora.
Come tutti, Obongo ogni tanto va a
fare la spesa.
Il numero di articoli acquistati
rispetto a quelli che aveva intenzione di acquistare è una frazione che si va
assottigliando sempre più.
Compra la frutta, ma dimentica il
pane; compra la pasta e dimentica vino e pelati.
Sempre che non esca di casa per poi
rientrare, dimenticandosi del tutto di andare a fare la spesa.
Un giorno voleva essere sicuro di
comprare, fra le altre cose, anche una risma di carta nuova; per non scordarsene
aveva pensato bene di scrivere una lista su un foglietto, ma non riusciva a
ricordarsi dove avesse messo la penna.
La cercò per mezz'ora ed infine la
trovò; impugnata saldamente la biro la fissò attentamente, sapendo che c’era
una ragione per tutto questo.
Ah già: il foglietto, la lista!
Dove aveva messo il foglietto?
Ci volle un’altra mezz'ora per
trovare il foglietto.
Era finito sotto la risma di carta
nuova.
Il caso più sfortunato si verificò
però il giorno in cui aveva invitato a cena Obonga.
Per impressionarla aveva imbastito
un menu da grande chef per il quale era necessario un numero davvero elevato di
ingredienti: nessuna distrazione era consentita, pena il fallimento
dell’operazione culinaria-amorosa.
Penna: check.
Foglietto: check.
Lista: check.
Rilettura della lista: check.
Terza, quarta, ennesima rilettura
della lista: check.
Questa volta non voleva, non doveva
sbagliare; l’ultimo dettaglio era trovare un posto dove mettere la lista.
Già; perché la lista serve a
ricordarsi le cose, ma poi bisogna ricordarsi anche della lista.
Ricordarsi della lista: check!
La sistemò nel posto più sicuro che
gli venne in mente apprestandosi ad uscire, quando Obonga lo richiamò per sapere
che vino portare.
Ne approfittò per flirtare ancora
un po’ al telefono e, già pregustandosi la cenetta romantica, si incamminò
verso il supermercato con un sorrisone stampato sulla faccia.
Sorrisone che svanì però una volta
giunto sul posto.
La lista! La lista! Dove aveva
messo la lista?
Obongo non se lo ricordava più.
Eppure era stato così attento nel
sistemarla nel posto giusto.
Ed in effetti la lista era ancora
lì, proprio dove l’aveva riposta con tanta cura.
Nella tasca dei suoi pantaloni.
A casa.
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