lunedì 15 dicembre 2014

Gran bel pezzo di obonga

Obongo e i suoi amici si ritrovano sempre più spesso a parlare di obonghe, come si conviene ad una banda di adolescenti scoppiettanti di salute e pieni di ormoni.
I più smaliziati possono già raccontare le loro prime interazioni, vere o presunte, tenendo banco in mezzo ad un capannello di altri obonghi rapiti in ascolto.

Un giorno come tanti, una bella obonga transita in corridoio e, passando, dedica un largo sorriso ad Obongassa, di sicuro la tessera numero uno del club degli smaliziati.
Tutti gli obonghi rivolgono increduli lo sguardo verso di lui, in attesa di un cenno di conferma, che prontamente arriva.
Obongassa annuisce con un sorrisino: “Gran bel pezzo di obonga, vero ragazzi?”
Gli amici confermano con commenti di ogni sorta, congratulandosi per la conquista.
Nel vociare si fa allora avanti Obonguti: “Sì carina, dai… ma, ce l’avete presente quella della 5°F?”
Un paio di obonghi si girano immediatamente e uno di loro chiede: “Non starai parlando della…”
“Sì, proprio lei, la Gnoccobonga della 5° F” conferma Obonguti compiaciuto.
Improvviso silenzio: si sente l’eco della “effe” farsi strada fra le facce impietrite dallo stupore.
Tutti gli occhi su Obonguti.
Una voce balbetta timidamente “Tu hai… la Gnoccobonga… tu e la Gnoccobonga?”
“Sabato scorso in discoteca. Limonato sui divanetti. Gran bel pezzo di obonga, vero ragazzi?”
Si rianima il vociare e parte un nuovo giro di commenti eccitati e di congratulazioni per la conquista di pregio.
Seguono poi Obonghillo (sua cugina porcella), Obonghetti (amica di sua mamma) e Obongo (fotomodella brasiliana palesemente inventata, ma con tale forza creativa da risultare credibile all’auditorio).
Tutti con il loro gran bel pezzo di obonga da vantare.
Tutti tranne uno.
Obonghizio.

Un tipo non di bell’aspetto e neanche particolarmente brillante o affascinante: insomma un tipo brutto e pure tonto, ma per certo uno che non si arrende facilmente.
La sua fame di obonghe, ma soprattutto l’idea di avere anche lui qualcosa da dire negli improvvisati congressi fra obonghi, lo spinge verso un inaspettato successo.

Alla prima occasione buona, dopo l’ennesima conquista di Obongassa e la nuova fotomodella svedese di Obongo, prende il coraggio a due mani e attira l’attenzione su di sé.
“Guardate qua”
Ci vuole un attimo perché gli amici capiscano che è lui che ha parlato.
Nessuno davvero se lo aspetta.
“Guardate qua ragazzi”, Obonghizio tira fuori qualcosa dalla tasca dei pantaloni.
“Ti ha rilasciato la fattura?” sibila un sarcastico Obonghillo, generando una risata generale.
“Ridete, ridete. Questa è la foto della mia ragazza”.
Dopo un primo momento di incredulità, gli obonghi curiosi acchiappano la foto e la fanno girare.
Ebbene sì: la foto ritrae Obonghizio abbracciato ad una ragazza dal corpo sinuoso e ben fatto.
Chi sia la coraggiosa dalle belle forme, però, non è dato saperlo.
Obonghizio ne ha opportunamente ritagliato la faccia e non per motivi di privacy o di cavalleria.
Riconoscibile per via della borsetta rosa shocking sopravvissuta al ritaglio, il corpo in questione viene comunque associato alla faccia di Racchiobonga, non senza qualche difficoltà.
Le fattezze del viso della ragazza avevano infatti sempre scoraggiato gli obonghi dal perlustrare sotto l’altezza del suo mento, dove in effetti qualche motivo per guardare c’era anche, se si era riusciti a superare lo scoglio dei connotati (la metafora dello scoglio non è casuale).
Obonghizio fiero come non mai si riprende la foto del 75% della sua ragazza e se la rimette in tasca soddisfatto.

Mai nessuno come lui quel giorno, fra tutti gli amici conquistatori o presunti tali, ha avuto ragione di esclamare: “Gran bel pezzo di obonga, vero ragazzi?”


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