martedì 17 febbraio 2009

EHometro™

Storie dei tempi della scuola, di ragazzi con poca voglia di seguire la lezione ed un deviato senso dell'umorismo di basso profilo, sempre pronto a sfociare in soluzioni innovative: ecco come nacque l'EHometro™.

Obongo e Obongazio sono compagni di banco da anni. Caratteri e stili differenti ma legati da una collaudata complicità e dalla comune totale indifferenza verso le interminabili lezioni di storia della Obonghini.
Quelle lezioni in cui guardi l'ora e vedi che sono le 10.24 e quando la riguardi cinque minuti dopo, sono inspiegabilmente ancora le 10.24. Dopo avere esaurito praticamente tutte le risorse disponibili nell'armamentario dello studente distratto e dato sfogo alle pulsioni grafomani su qualsiasi libro, quaderno, astuccio e foglio sparso disponibile, ecco che, imprevista, arriva per i due la manna dal cielo.
La Obonghini fa "eh".
Fa un sacco di "eh".
Mette "eh" prima e dopo quasi ogni parola che dice.
Sai che spasso.
I due se ne accorgono e comincia la gara: misurazione in secondi, valutazione in decibel, media oraria degli "eh", numero massimo di "eh" per parola (sei con una sola parola, per gli amanti della statistica), premio speciale della critica e così via. 
Insomma ce n'è d'avanzo per riempire un buon numero di ore di storia e filosofia. Ma quando sembra che l'EHntusiasmo stia per scemare, ecco materializzarsi il vero genio "criminale".
Obongo nota che Obongazio fa strani movimenti: è da un po' che punta il gomito sul banco e muove l'avambraccio da sinistra a destra in maniera improvvisa. 
All'inizio non capisce, poi guarda meglio e si accorge che sotto l'avambraccio, sul banco stesso, Obongazio ha disegnato un gigantesco quadrante a mo' di quelli che compaiono nei contatori del gas, con le diciture calibrate: "zEHro", "mEHdio", "pEHricolo" e, per finire, "EHsplosione nuclEHare". 
Il sismico alunno sta registrando ogni variazione sul tema "eh" della Obonghini in diretta.
Beh il resto è storia.
Al braccio-lancetta di Obongazio che si muove a ritmo di "eh", fa eco una risata di Obongo, il quale paonazzo in volto fa di tutto per cercare di non farsi beccare, dandosi un minimo di contegno. 
La reazione a catena è però innescata e Obongazio resta vittima della sua stessa creazione prorompendo anch'egli in singhiozzi di riso di fronte alle risate ormai isteriche ed incontrollate del suo compagno di banco.
La cosa assume toni spudorati ed i due se la ridono beatamente nel bel mezzo della lezione, di fronte alla classe che non capisce.

Vengono interrotti dalla Obonghini in persona, che sicuramente non migliora la situazione quando apostrofa i due nel seguente modo: "Eh... ragazzi... eh... volete far ridere... eh... anche noi... eh.... se fa così ridere... eh... perchè non la raccontate... eh... anche al resto della classe... eh...?"


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